io lo so che sei costretto/a a fare un tot di telefonate al giorno altrimenti non ti pagano lo stipendio (misero) che il call-center per cui lavori ti passa non senza sfruttarti il più possibile a tutte le ore del giorno, grazie al precariato di cui ogni politico parla male salvo sostenerlo in ogni sua azione.
Io lo so che tu stai lì seduto/a a cercare di convincere decine di persone al giorno a comprare una cosa di cui quasi sicuramente non ha bisogno e in cui, sempre quasi sicuramente, tu non credi e di cui non te ne frega nulla. Lo so. Vendere è difficile, tanto più quando quello che vendi, tu, non lo compreresti mai.
Lo so che è difficile sopportare le villanie delle persone, ripetere cento volte le stesse frasi. Lo so, è alienante come stare in catena di montaggio a mettere su sempre lo stesso bullone. Lo so che magari pensi a casa, alle bollette, ai tuoi problemi e vorresti piangere e invece sei costretto a sorridere e a fingerti gentile.
Lo so che ti ascoltano, ti misurano e se non ci provi abbastanza ti lasciano a casa non rinnovandoti (non senza un paio di settimane di pausa per sfuggire alla legge che ti vorrebbe assunto) per l'ennesima volta il contratto a tre mesi.
Io lo so e sono dispiaciuta. Io lo so e per questo cerco di lottare per un mondo migliore quanto e come posso. Non solo per te ma per tutti e tutte noi, che abbiamo diritto non solo a un lavoro ma a un lavoro dignitoso.
Detto questo, se ti dico gentilmente che quello che mi proponi non mi interessa e te lo dico anche due o tre volte sempre con gentilezza e tu alzi la voce e mi dici che non capisco - mentre io capisco benissimo - la mia molta pazienza e la mia comprensione vengono meno. Soprattutto se stai chiamando all'ora di cena.
Caro/a operatore/trice, io non ce l'ho con te nello specifico. Ma la prossima volta mi passo per la governante che non ho e non mi posso permettere.
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