Mi ha impressionato molto leggere di tutta la questione relativa alle baby squillo dei Parioli e, allo stesso modo, di altre ragazzine in Liguria che si prostituivano per potersi comperare abiti e altre frivolezze. Mi ha impressionato non tanto per la completa mancanza di etica dei clienti maschi - che non solo hanno deciso di andare a prostitute ma che le hanno deliberatamente cercate minorenni - ma perché, da mamma, mi sono chiesta cosa può scattare nella testa di una ragazzina a cui, in buona sostanza, non manca nulla per arrivare a prostituirsi. Mi sono chiesta se e come potessero quei genitori non accorgersi di nulla.
Se è vero che proprio dalla denuncia di una di queste mamme dei Parioli è partita l'indagine, così non è stato per altre bambine - a 14/15 anni, per me, si è ancora sostanzialmente poco più che bambine - il cui caso era venuto alla luce perché un uomo, potenziale cliente, si è reso conto che erano minorenni (e come non potere?) ed è andato alla polizia invece di approfittarsi di loro.
Ma queste famiglie - queste mamme e questi papà - come hanno potuto non vedere? Mi chiedo se sia davvero possibile che i propri figli e le proprie figlie abbiano una vita così tanto parallela da far nulla trasparire nella quotidianità. Sono mamme e papà bene, questi, non mamme e papà che lavorano 15 ore al giorno per potersi pagare le bollette. Queste sono persone che il problema della fine del mese non ce l'hanno.
Non voglio dire che sgobbare 15 ore al giorno sia una giustificazione per abbandonare completamente la propria prole a se stessa - in un periodo della vita difficile per tutte e per tutti - ma sarebbe, per lo meno per me, più comprensibile. Qui si parla di famiglie agiate le cui figlie passavano, desumo, ore al giorno chissà dove senza che alcuno dei genitori si preoccupasse di dove fossero. Perché siamo stati tutti giovani e una volta o due la puoi anche raccontare che vai dall'amica e poi sei altrove ma queste ragazzine avevano una vera e propria attività quotidiana che, come sempre accade, qualcuno (oltretutto) sfruttava. Tutti i giorni, 200/300/500 euro al giorno - pensate che giro di uomini adulti pedofili - e tu, genitore/trice, non ti poni il problema di capire come mai tua figlia improvvisamente sia più ricca? Perché o glieli dai tu quei soldi o spaccia o batte. Non è che ci siano molti mestieri a garantire quel tipo di introito.
E poi c'è la ragazzina, che a un certo punto pensa che prostituirsi sia la soluzione. Quale meccanismo nella società è sbagliato perché una bimbetta di 14 anni pensi di arricchirsi vendendosela? Non è che si può sempre dare la colpa al Grande Fratello. Certo è che tante donne hanno lottato per acquisire diritti e pari opportunità (ancora distanti, purtroppo) compresa quella della libertà sessuale. Ma qui non è il discorso: «Vado a letto con il mio coetaneo perché mi piace anche se non sarà l'uomo della mia vita». Qui c'è una bambina di 14 anni che, sfruttata da persone senza scrupoli, va a letto con uomini maturi (pedofili) per soldi, non comprendendo - immagino - quale svilimento del proprio corpo sia intrinseco all'azione stessa.
Pedofili. E, forse, sono gli stessi uomini che poi non vogliono il matrimonio tra gay (tanto meno che coppie gay adottino figli) e vanno al family day e impediscono alla moglie di lavorare perché non ne vada della loro onorabilità. Lo cantava già Frankie Hi Energy tanti anni fa in "Quelli che benpensano" (Quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tivù) ma esiste il rischio reale che, in futuro, sia la nostra di figlia a battere per comperarsi l'Iphone o chissà cosa? Cosa abbiamo sbagliato come collettività? Cosa dobbiamo fare per correggerci? Non è bello concludere un pezzo ponendo domande ma io non conosco le risposte anche se, da mamma, vorrei tanto.
Non voglio dire che sgobbare 15 ore al giorno sia una giustificazione per abbandonare completamente la propria prole a se stessa - in un periodo della vita difficile per tutte e per tutti - ma sarebbe, per lo meno per me, più comprensibile. Qui si parla di famiglie agiate le cui figlie passavano, desumo, ore al giorno chissà dove senza che alcuno dei genitori si preoccupasse di dove fossero. Perché siamo stati tutti giovani e una volta o due la puoi anche raccontare che vai dall'amica e poi sei altrove ma queste ragazzine avevano una vera e propria attività quotidiana che, come sempre accade, qualcuno (oltretutto) sfruttava. Tutti i giorni, 200/300/500 euro al giorno - pensate che giro di uomini adulti pedofili - e tu, genitore/trice, non ti poni il problema di capire come mai tua figlia improvvisamente sia più ricca? Perché o glieli dai tu quei soldi o spaccia o batte. Non è che ci siano molti mestieri a garantire quel tipo di introito.
E poi c'è la ragazzina, che a un certo punto pensa che prostituirsi sia la soluzione. Quale meccanismo nella società è sbagliato perché una bimbetta di 14 anni pensi di arricchirsi vendendosela? Non è che si può sempre dare la colpa al Grande Fratello. Certo è che tante donne hanno lottato per acquisire diritti e pari opportunità (ancora distanti, purtroppo) compresa quella della libertà sessuale. Ma qui non è il discorso: «Vado a letto con il mio coetaneo perché mi piace anche se non sarà l'uomo della mia vita». Qui c'è una bambina di 14 anni che, sfruttata da persone senza scrupoli, va a letto con uomini maturi (pedofili) per soldi, non comprendendo - immagino - quale svilimento del proprio corpo sia intrinseco all'azione stessa.
Pedofili. E, forse, sono gli stessi uomini che poi non vogliono il matrimonio tra gay (tanto meno che coppie gay adottino figli) e vanno al family day e impediscono alla moglie di lavorare perché non ne vada della loro onorabilità. Lo cantava già Frankie Hi Energy tanti anni fa in "Quelli che benpensano" (Quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tivù) ma esiste il rischio reale che, in futuro, sia la nostra di figlia a battere per comperarsi l'Iphone o chissà cosa? Cosa abbiamo sbagliato come collettività? Cosa dobbiamo fare per correggerci? Non è bello concludere un pezzo ponendo domande ma io non conosco le risposte anche se, da mamma, vorrei tanto.
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