lunedì 14 marzo 2022

Ops, mi sono persa una settimana

Ho saltato una settimana.

Lunedì scorso avevo da fare e mi sono detta che avrei scritto il giorno dopo ma il giorno dopo è stato anche più affollato di impegni. E via dicendo. Così ho pensato che, potendo, avrei poi scritto due volte questa settimana perché un impegno è un impegno e va rispettato. Anche se è fatto a se stessi (anzi, forse, soprattutto se è fatto a se stessi) e anche se è, tutto sommato, inutile.

Da un paio di settimane a questa parte, l'argomento di conversazione totalizzante è la guerra in Ucraina. Ha completamente annullato il Covid, a livello di conversazione, e credo sia l'unico aspetto parzialmente positivo di questo conflitto allucinante.

Non mi è ancora chiara la ragione per cui chi scappa dalla guerra in Ucraina è considerato un profugo accoglibile a dispetto da chi scappa dalla guerra (o dalla fame) in altri Paesi del mondo, ma conto di capirlo prima o poi. Non mi è ancora neanche chiaro perché calpestiamo la nostra Costituzione per l'ennesima volta inviando armi in Ucraina, considerandola una nazione aggredita e con grande sproporzione di forze rispetto all'aggressore, e non lo facciamo, per esempio, in Palestina, dove a me la sproporzione è sempre parsa più che evidente. E non mi è ancora chiaro perché le Molotov costruite in Ucraina siano accettabili mentre quelle di altre nazioni siano considerate terrorismo.

Per farla breve non mi sono chiare ancora un sacco di questioni.

Ci sono momenti storici in cui grandi domande restano senza risposta. Io temo che questo sia uno di quei momenti.

Quello che certamente mi è chiaro è che la guerra è sempre e solo morte e distruzione. Nonché un vero affare per una cerchia ristretta di persone, che sulla morte e sulla distruzione speculano, lucrano e ingrassano.

E se, già da sola, la guerra è uno dei mali peggiori che si possano immaginare, chi sulla guerra lucra è un male ancora più grande e, se esistesse davvero un inferno, meriterebbe il girone più terribile che Dante mai scrisse.


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