mercoledì 9 febbraio 2022

Sono pronta

Sono in ritardo con il post della settimana, esattamente come la settimana scorsa.
Mi ero prefissata il lunedì perché per me è più comodo, in generale, ma la comodità (come molte altre situazioni della nostra vita) è soggetta a variabili incontrollabili.

Avevo in mente un paio di lunghe digressioni su due temi che mi stanno particolarmente a cuore.
Tra me e me (io e me stessa discutiamo molto) ho pensato che sarei potuta apparire "snob". Ultimamente va di moda pensare che sia snob parlare di qualsiasi cosa che non sia il green pass. Pare che sia l'elemento centrale della vita di ciascuno di noi.

In considerazione del fatto che, diverse volte, anche sui social me l'abbiate chiesto ho deciso di dirvi come la penso io. Così mi posso spacciare per "meno snob" e spero che Checco Zalone su questa locuzione ci faccia un'altra hit da ricordare.

La mia opinione è che il green pass sia una gigantesca idiozia. E ve lo dice una che ha fatto il Covid e dopo si è felicemente vaccinata fino alla terza dose.
Il green pass è lo strumento che un governo politicamente debole ha immaginato per coniugare differenti anime soggette al populismo becero e governare un popolo che, da decenni, è stato indotto a immaginare di conoscere materie che ignora, per mantenerlo al ruolo della dicotomia obbedisce/non obbedisce. Che è sicuramente più facile e meno costoso da governare di un popolo che studia. Sia in termini economici che di stabilità sociale.

Che studia. 
Non che si informa.
Io posso, di buon grado, informarmi tantissimo sulle traiettorie dei razzi ma non riuscirò mai a calcolarne una.
Ciascuno ha le competenze che ha acquisito studiando dalla base fino al vertice una materia. La tuttologia non è una materia. Sebbene il Faust, a scapito della sua anima, ci abbia provato a spacciarcelo come concetto.

Dunque, questo governo (anzi questi due governi) si sono dovuti confrontare con la realtà di una pandemia che nessuno avrebbe potuto immaginare se non nell'ambito della fantasia o della fantascienza.

Per decenni, i tagli sulla sanità hanno impattato fortemente sulla nostra (in quanto Stato) capacità di far fronte a un problema di questo tipo e di altri molto meno feroci. E siamo ancora fortunati perché la polmonite nei fantastici USA te la curano solo se hai l'assicurazione. In altri Stati, addirittura, tutto è nelle mani delle ONG.

Per decenni, i tagli alla scuola hanno "formato" generazioni di italiani che credono di aver scoperto la verità (con la EVVE maiuscola, come diceva un mio prof) solo perché hanno accesso a "canali" non convenzionali di informazione. Canali che, naturalmente, sono dispensatori di verità per l'unica ragione che dicono quello che ci si vuole sentir dire a differenza degli altri.

Così, i nostri due governi "dei migliori" hanno fatto l'unica cosa che poteva essere vagamente funzionale al conservare la poltrona e, contemporaneamente, indurre il numero più alto di persone possibile a vaccinarsi. Come hanno fatto altri Stati, peraltro.

Una scelta che io non avrei fatto. Perché io, il vaccino, l'avrei reso obbligatorio fin da subito per gli over 50 e soggetti deboli (con fasce da regolarsi in base al tasso di mortalità). Esattamente come si fa con i bambini per determinate malattie. E non solo, perché se ci piantiamo un ferro arrugginito nella gola, al pronto soccorso, l'antitetanica ce la fanno d'ufficio semplicemente dopo averci chiesto (se siamo in grado di rispondere) quando l'abbiamo fatta l'ultima volta.
Ho sentito persino qualcuno che si lamentava del fatto che il vaccino fosse somministrato senza aver contratto la malattia. Ma no? Davvero? Come se ci si vaccinasse contro la polio solo nel caso in cui si contragga la polio.

Non è anticostituzionale il vaccino obbligatorio, badate bene. Per motivi di salute pubblica, possono essere emanate leggi specifiche. Lo dice la Costituzione stessa. Eh, ma bisogna avere i numeri in parlamento. 

Comunque, ho letto e sentito, da un anno a questa parte, affermazioni ributtanti da una parte e dall'altra, nella dicotomia SiVax/NoVax. Affermazioni che non sto a ripetere perché afferiscono al concetto espresso prima, che spesso si è indotti a conoscere materie di cui si ignorano anche le basi. Insulti bipartisan da cui io mi dissocio totalmente.

Tuttavia, di persone che si indignavano prima, quando sanità e scuola erano continuamente prese d'assalto mentre entravamo nei locali senza green pass, ne conosco poche (anche se non pochissime vivendo in una realtà politicamente particolarmente sensibile). Conosco persone che hanno votato Berlusconi solo perché prometteva "milioni di posti di lavoro" mentre si tagliava su scuola e sanità. Oppure hanno votato la Lega perché "gli immigrati ci tolgono il lavoro e violentano le nostre donne" mentre si tagliava su scuola e sanità. Oppure il PD "perché mica vuoi lasciare il Paese in mano alle destre?" mentre si tagliava su scuola e sanità. Oppure il M5S dove "uno vale uno" mentre si tagliava su scuola e sanità.

E questa sì che si chiama par condicio.

Il futuro ha bisogno di programmazione, non di emergenza. Ci vogliono decenni non proclami.

Conserviamo tutta questa indignazione, da una parte e dall'altra, e impariamo ad esprimerla prima dell'emergenza.

Ora lapidatemi. Sono pronta.

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