E invece, forse, no. Forse era proprio quello che volevo. Volevo che sapessero. Volevo che leggessero. Per questo ho scritto.
A qualcuno avevo raccontato. Ad alcuni di più, ad altri di meno.
La vita ti porta a condividere istanti, momenti.
Ma poi alla fine cosa ne resta? Cosa rimane di tutta l'empatia di un attimo?
Quell'attimo in cui pensi che il tuo presente resterà per sempre. Non resta che un ricordo. Sbiadito, il più delle volte. Perché puoi scrivere quanto vuoi ma nessuna parola sarà mai in grado di rendere il vissuto vero. Anche se con le parole ci sai fare.
Ma sto divagando. Divago spesso. Mi aiuta a ricordare. Lo so che scrivo tutto ma le parole non sono mai abbastanza.
Ho compilato degli elenchi per ricordare. C'è un elenco di tutte le frasi che mi hanno colpita. Un elenco dei viaggi che ho fatto. Un elenco degli uomini con cui sono stata. Un elenco delle persone di cui mi sono innamorata. Un elenco dei perché. Un elenco delle date. Un elenco delle cose che mi hanno fatto soffrire.
Non li rileggo mai. Li ho sparsi per tutta la casa.
Sono scritti a mano su appositi quaderni. E poi, ho le copie registrate su file. Quelle sono più aggiornate. Nomi, date, parole, ricordi.
Non ho mai creduto che se la memoria ti sbiadisce un ricordo è perché, in qualche modo, quel ricordo sia meno importante. Tutto è importante.
Allora, forse, volevo che leggessero. Volevo che li trovassero. Volevo che mi conoscessero perché alla fine, nessuno mai, era riuscito a leggermi davvero dentro.
O, forse, sto solo cercando una giustificazione per il dolore o lo sconcerto che, lo immagino, tutti quei ricordi daranno a chi li leggerà.
Già. Chi li leggerà? Non lo saprò mai.
Non ho neppure il tempo di stilare un elenco che ancora mi manca: quello dei rimpianti.
Frammenti di emozioni che si spargono su pagine bianche, pagine a righe, pagine a quadretti... quaderni su quaderni, file su file.... emozioni che galoppano, che strabordano e devono trovare un contenitore, un posto che le possa tenere e cullare. Perché regalarle al nulla, perché relegarle in momenti che la memoria afra sempre nei suoi cassetti, ma com'è diverso rileggerle e rivivere quelle sensazioni fisiologiche? Ri-piangere, ri-ridere... o leggerle e provare adesso un'emozione diversa, avere adesso una nuova consapevolezza... Ritornare su quei momenti, rifarne tesoro, scoprire i cambiamenti del tempo e la maturazione... rivalorizzare qualcosa svalutato un tempo,dare un colore diverso alle cose... cos'è la vita, se non passione, se non emozione? Emozioni... solo risposte fisiologiche, sciocchezze, impedimenti, stupidaggini femminili, qualcosa da reprimere, qualcosa da equilibrare, qualcosa da imparare ad utilizzare...
RispondiEliminaUna scrittrice empatica, acuta, osservatrice, discreta, solare e accogliente sa rendere le piccole caratteristiche, ossessive forse ridicole, di una persona comune, in un racconto...
E se un giorno trovassimo i tuoi scritti?
Sei speciale
E.